Cà del Vént
"Cà del Vént è una cantina situata a Cellatica, in provincia di Brescia. Siamo all’interno di una zona le cui radici enologiche sono antichissime, risalenti addirittura all’insediamento del popolo celtico.
La storia di questa realtà produttiva ha origine nel 1996, quando le uve provenienti dai vigneti circostanti, anziché venire vendute alle cantine sociali, iniziarono a essere vinificate in garage. Ovviamente in questa fase, vista la mancanza di attrezzature specifiche, i metodi produttivi utilizzati erano abbastanza semplici. Passo dopo passo si iniziano a produrre le prime migliaia di bottiglie, sino a quando, nel 2006, la cantina s’ingrandisce, giungendo a sei ettari vitati e iniziando a effettuare un importante studio di zonazione, che porta, cinque anni dopo, a individuare 11 micro-parcelle.
Tra i filari si coltivano diversi vitigni a bacca bianca e rossa, come pinot nero, pinot bianco, chardonnay, cabernet sauvignon, merlot, schiava gentile, barbera e marzemino. La densità d’impianto è di circa 6.000-8.000 piante per ettaro, e la cura delle piante è completamente manuale: tutto il resto – portainnesti, potature, inerbimento, fertilizzazione e vendemmia – sono personalizzate, zona per zona, al fine di ottenere prodotti che riescano a esprimere il potenziale vocazionale e la specificità dei singoli terroir. L’approccio in vigna prende spunto da principi di pratiche biologiche e biodinamiche, e anche in cantina si assecondano al massimo le caratteristiche del terreno e del clima.
Diverse sono le etichette che ogni anno escono dalle mura dell’azienda agricola Cà del Vént, dove, accanto a un unico bianco, troviamo diversi vini rossi – su tutti spicca il “Duemiladodici” – e le bollicine, vero e proprio fulcro della gamma prodotta, che, per scelta personale della proprietà, non vengono realizzati secondo i canoni della denominazione di origine della Franciacorta, ed escono quindi sul mercato con la dicitura “Vini Spumanti di Qualità”. Tra questi, per capire appieno la filosofia sperimentale dell’azienda, bisogna assaggiare il Brut “Change Man Pas Operé”, il “Revolution” e il “Sogno”, vere e proprie chicche che escono dai confini tradizionali di ciò che si aspetterebbe da uno spumante franciacortino, per regalare nuove e originali emozioni.
La storia di questa realtà produttiva ha origine nel 1996, quando le uve provenienti dai vigneti circostanti, anziché venire vendute alle cantine sociali, iniziarono a essere vinificate in garage. Ovviamente in questa fase, vista la mancanza di attrezzature specifiche, i metodi produttivi utilizzati erano abbastanza semplici. Passo dopo passo si iniziano a produrre le prime migliaia di bottiglie, sino a quando, nel 2006, la cantina s’ingrandisce, giungendo a sei ettari vitati e iniziando a effettuare un importante studio di zonazione, che porta, cinque anni dopo, a individuare 11 micro-parcelle.
Tra i filari si coltivano diversi vitigni a bacca bianca e rossa, come pinot nero, pinot bianco, chardonnay, cabernet sauvignon, merlot, schiava gentile, barbera e marzemino. La densità d’impianto è di circa 6.000-8.000 piante per ettaro, e la cura delle piante è completamente manuale: tutto il resto – portainnesti, potature, inerbimento, fertilizzazione e vendemmia – sono personalizzate, zona per zona, al fine di ottenere prodotti che riescano a esprimere il potenziale vocazionale e la specificità dei singoli terroir. L’approccio in vigna prende spunto da principi di pratiche biologiche e biodinamiche, e anche in cantina si assecondano al massimo le caratteristiche del terreno e del clima.
Diverse sono le etichette che ogni anno escono dalle mura dell’azienda agricola Cà del Vént, dove, accanto a un unico bianco, troviamo diversi vini rossi – su tutti spicca il “Duemiladodici” – e le bollicine, vero e proprio fulcro della gamma prodotta, che, per scelta personale della proprietà, non vengono realizzati secondo i canoni della denominazione di origine della Franciacorta, ed escono quindi sul mercato con la dicitura “Vini Spumanti di Qualità”. Tra questi, per capire appieno la filosofia sperimentale dell’azienda, bisogna assaggiare il Brut “Change Man Pas Operé”, il “Revolution” e il “Sogno”, vere e proprie chicche che escono dai confini tradizionali di ciò che si aspetterebbe da uno spumante franciacortino, per regalare nuove e originali emozioni.