Château Beauregard
Château Beauregard deve il suo nome al fondatore della tenuta, Bernard Beauregard, che ha creato l’azienda nel lontano 1677, cosicché oggi l’impresa risulta essere una delle più antiche se si considerano le cantine i cui vini rientrano sotto la denominazione francese di Pomerol. Dopo aver attraversato numerose vicissitudini storiche, tra cui va ricordato l’incendio del 1745 che ha gravemente danneggiato il castello al punto da renderne necessaria una ricostruzione pressoché integrale, nel 1854 Château Beauregard si presentava come una fiorente impresa vitivinicola, estesa su una superficie vitata di circa 14 ettari. Prima venduto nel 1991 alla Credit Foncier Bank, è invece dal 2014 che l’azienda appartiene a una società mista che vede coinvolta la famiglia Moulin - già proprietaria della catena di negozi francesi “Galerie Lafayette” - e la famiglia Cathiard, che controlla attualmente anche gli Château di Smith Haut Lafitte e di Bastor Lamontagne, questi ultimi due entrambi rientranti nella AOC di Sauternes. Con poco più di 17 ettari vitati, Château Beauregard vede le proprie viti crescere su suoli ricchi di sabbia, ghiaia e argilla. Tra i filari, la ripartizione varietale è dominata dal merlot con il 70%, cui si aggiunge il 30% di cabernet franc. Con oltre 9mila ceppi per ettaro, e con viti la cui età media si attesta sui 35 anni, quelle dello Château Beauregard sono piante che puntualmente, annata dopo annata, regalano uve estremamente pregiate e schiette. Grappoli che in cantina sono lavorati seguendo metodi produttivi rigorosi e accurati: la fermentazione alcolica avviene a temperatura controllata in vasche di acciaio inox, mentre l’invecchiamento è svolto in botti di rovere francese nuove per il 65%, dove il vino riposa dai 18 ai 24 mesi, secondo la stagione. Da includere tra le espressioni più giovani dell’intera denominazione di Pomerol, quelli etichettati “Château Beauregard” sono tra le più eccellenti interpretazioni che il territorio di Bordeaux al momento ci regala. Vini in cui la ricchezza del frutto si unisce mirabilmente alle sfumature regalate dal legno, per arrivare a comporre un sorso tradizionale ma allo stesso tempo facile da apprezzare.