Charlot Père et Fils
Charlot Père et Fils è uno dei rarissimi nomi che gravitano nella regione produttiva della Champagne a potersi fregiare a tutti gli effetti della fogliolina. In questa terra così ricca di storia e tradizione millenaria, sono le grandi Maison a tenere alto il nome in termini di fama e quantità di bottiglie prodotte, ma alcuni piccoli vignerons stanno facendo la loro parte attiva ponendosi come obiettivi qualità e artigianalità. Vale la pena inserire il nome di Charlot in questa piccola nicchia, soprattutto da quando ad averne in mano le redini è Pierre: un giovane vignaiolo, curioso e appassionato di biodinamica. Il pallino gli è stato inculcato da Pierre Masson, uno degli indiscussi padri di tale approccio agricolo, conosciuto dal grande pubblico in qualità di autore della ‘Guide pratique de la bio-dynamie à l’usage des agriculteurs’.
La cantina Charlot produce Champagne da generazioni, ma ha invertito la sua rotta a partire dal 2009: approccio naturale in vigna e in cantina, tanti minuziosi esperimenti e pochi interventi umani. Questa piccola domaine famigliare si trova nel cuore della Vallée de la Marne e si estende su circa 4,5 ettari di vigneto quasi completamente dedicati alla coltivazione della varietà meno blasonata della Champagne: il Pinot Meunier. Non a caso questa uva occupa un ruolo di assoluto prestigio nelle etichette di Charlot, sia come protagonista unico di Blanc de Noirs, sia in assemblaggio con piccole percentuali di Pinot Noir e Chardonnay. Le vigne di quasi 30 anni di età insieme alla ricchezza di sali minerali del sottosuolo in cui la vite affonda le sue radici, conferiscono al prodotto finale naturale profondità olfattiva e carattere gustativo.
Il nome Charlot è facilmente associato dai più alla grande croce di colore rosso che campeggia in tutte le etichette di casa, ma vale la pena conoscerlo soprattutto per il contenuto che quelle bottiglie custodiscono. Pochi esemplari custoditi nella quiete della cantina, realizzati con fermentazione spontanea in serbatoi di acciaio e in legni da 228 e 500 litri e presa di spuma in bottiglia con un riposo sui lieviti che si protrae fino a quattro anni. La sua particolarità? Uno dei pochi Champagne ad avere una solforosa totale inferiore ai 30 mg/litro!